Dal '500 al '900

Dal '500 al '900

Il Cinquecento ha lasciato a Foiano, nella Collegiata di San Martino, anche una grande tavola dipinta da Luca Signorelli raffigurante “l’Incoronazione della Vergine”, che rivela l’espressività particolar­mente efficace dell’arte del pittore.

A cavallo tra il Cinquecento ed il Seicento Antonio Cercignani detto “Il Pomarancio” (1562-1629), è at­tivo a Foiano dove lascia due grandi dipinti, un olio su tela che rappresenta “La Ss. Trinità con Angeli e Santi”, nella Chiesa della Ss. Trinità, e la “Madonna e Santi” collocato nella chiesa della Collegiata. Scultura, pittura, ma soprattutto chiese, edifici, mura castellane, forniscono un’immagine del paese singolare per la bellezza dei materiali impiegati per la costruzione, dove trionfa il fascino del cotto.

Tra le chiese merita una visita la Chiesa della Ss. Trinità, che si fa risalire al sec. XIV; per la pulizia architettonica rinascimentale e la sobrietà mistica dell’interno è un autentico gioiello.

La Chiesa Museo di S. Maria della Fraternità (fine XVI sec.) vanta un pregevole soffitto a casset­toni e una raccolta di quadri del Seicento recentemente recuperati. Il fascino del cotto domina nella superba Collegiata di S. Martino, notevole e complesso edificio la cui seconda costruzione si protrasse fino al 1796. Un fascino che ritroviamo anche nelle due chiese quattrocentesche di S. Francesco e S. Michele Arcangelo. Non meno interessante l’architettura civile. Il sobrio Palazzo Comunale (secolo XIV) e il Palazzo Granducale (secolo XVI), costruito come residenza di caccia di Ferdinando II de’ Medici, il Palazzo Neri-Serneri, in mattoni con portale e stipiti in pietra serena, dominano la parte alta del paese.

Un piccolo gioiello del centro storico è l’interno del Teatro Garibaldi, opera della fine del Settecento dell’architetto De Vegni. Colonnine, soffitti affrescati, motivi decorativi ne fanno un’opera piacevole e sui generis (in restauro). Non molto distante da Foiano sorge la località Pozzo, situata in posizione elevata in una delle amene colline che circondano ad ovest la Valdichiana. Appena all’inizio del paese richiama l’attenzione il “Tempio di S. Stefano alla Vittoria”, edificato nel 1572, attribuito a Vasari, un’elegante costruzione in cotto con decorazioni in pietra serena sormontata da una snella e armoniosa cupola rivestita da lastre di piombo. Fu edificato da Cosimo I a ricordo della vittoria della battaglia di Scannagallo. Nel tempio è conservato un celebre trittico attribuito a Orazio Porta.

 

Orazio Porta

Strenuo seguace di Giorgio Vasari, con cui si forma all’epoca della seconda Maniera fiorentina, Orazio Porta (1540 ca.-1612) è uno dei suoi più stretti collaboratori. Pur fedele

allo spirito vasariano lo stile manieristico del Porta è pastoso e ben disegnato forse a seguito della sua frequentazione dell’Accademia del Disegno (1585): è documentato a Foiano della Chiana dalla tavola con la Crocefissione tra santi (ca 1570-1580) ora alla Collegiata dei santi Martino e Leonardo, dalla tela con la Resurrezione proveniente dalla Chiesa di S.Francesco (1582 ca.) e dalla Sacra famiglia con S. Giovannino (1600 ca.) entrambe alla Chiesa di S. Maria della Fraternita. Giorgio Vasari progetta invece il Tempio di S. Stefano alla Vittoria a Pozzo della Chiana voluto da Cosimo I de’ Medici (1572) a perenne ricordo della vittoria ottenuta nella battaglia di Scannagallo (2 agosto 1554). Sorge sul luogo dello scontro e celebra il prestigio raggiunto da Cosimo I de’ Medici

che unifica la Regione sotto il suo dominio all’indomani della elevazione a Granduca (1569). L’interno presenta una sola cappella centrale con un altare in pietra con iconostasi in legno ospitante tre tavole di Orazio Porta. La tavola centrale è un’Allegoria di Firenze Granducale affiancata dalla Pace e dalla Fede e incoronata da un angelo che fa da collegamento all’altro piano narrativo con il Cristo fra Giovanni Battista (patrono di Firenze) e S. Stefano.

 

‘900

Di professione farmacista (1876-1932), Furio Del Furia si appassiona alla fotografia grazie allo zio Giuseppe, che si da da fare in camera oscura con attrezzi di vario genere.

Il giovane, inizia subito ad utilizzare la macchina fotografica. Poco dopo parte per Livorno dove gestisce la farmacia dell'ospedale, ma rientra presto a Foiano per prendere in consegna dal padre la farmacia della famiglia.

Da quel momento in poi, fino alla sua morte avvenuta nel 1932, nulla sfugge all'obiettivo della sua macchina sempre pronta a fissare un'immagine, una sensazione, un'emozione.

Il Comune di Foiano ha nel suo patrimonio l’intero  Archivio fotografico del fotografo foianese , oltre 6000 negativi su vetro e pellicola che raccontano Foiano e l’Italia del ‘900.

 

A Foiano vi è anche l’Archivio “Tozzi”, Patri­monio dello Stato, dedicato al grande pittore Mario Tozzi uno dei più apprezzati artisti del novecento figurativo. L’archivio racchiude 2500 libri, 3500 foto dei dipinti realizzati, schede in­fografiche, carteggi e documenti inediti. Mario Tozzi è creatore e leader negli anni ’20 a Parigi del gruppo “Les Italien de Paris” di cui faceva­no parte Giorgo de Chirico, il fratello Savinio, Filippo De Pisis, Gino Severini, Renato Paresce, Massimo Campigli.